PIFCO che strumento!
Questo breve articolo è dedicato a tutti coloro che da poco si sono avvicinati al meraviglioso mondo della radio e hanno modeste conoscenze di elettrotecnica.
Prenderemo come spunto l'analisi di un vecchio (ma sempre attuale) strumento di base per ripassare assieme alcuni concetti.
Cenni storici
Correva la fine degli anni '20 e la radio cominciava a diventare popolare e ben diffusa e con questo anche il bisogno di strumenti semplici e a prezzi contenuti per la sua verifica e riparazione. E' in questo scenario che nacque la serie dei “Radiometer All in one” della PIFCO, semplici strumenti di manifattura inglese che si proponevano come strumento tuttofare (all in one) per il radioriparatore. Il loro sviluppo e commercializzazione durò fino ai primi anni '50.
Descrizione
Il Radiometer All in one della PIFCO, in analisi, è contenuto in un caratteristico contenitore in bachelite nera, con quattro morsetti sulla parte superiore, riportati sul frontale in guisa di zoccolo per valvole a 5 piedini. Può misurare tensioni continue di 6 e 240V fondo scala e correnti fino a 30mA. Lo strumentino è a ferro mobile e il vano batteria è progettato per accomodare una "half size Penlite battery" come afferma il foglio istruzioni. In pratica, una comune cella AA si adatta oggi perfettamente. Gran parte dello spazio interno è occupato dallo shunt per la portata maggiore. La sua ridotta sensibilità non permetteva analisi su circuiti ad alta impedenza (ad esempio quelli di griglia), ma come semplice tester di batterie di filamento e anodiche nonché piccole correnti poteva effettivamente essere molto utile ai primi radioriparatori. Il cosiddetto 'test della valvola' non è altro che un prova continuità per i filamenti.
A dispetto dell'età, questo strumento appare sorprendentemente moderno e sicuramente più “sofisticato” rispetto ai tipici voltmetri in stile "orologio da tasca” dell'epoca. Vediamolo ora più in dettaglio.
Lo schema elettrico
Lo schema elettrico è molto semplice: